Dopo il famoso discorso di Steve Jobs milioni di Italiani hanno condiviso su loro Facebook e Twitter “Siate affamati. Siate folli”.
Siate affamati, siate folli
Tanti di loro hanno anche citato Confucio con “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita.”
Sembra che la maggior parte della gente oggi creda nell’idea che scegliere la professione dovrebbe essere basato sulla forte passione e predisposizione personale.
Peccato che il Censis racconti un’emorragia di posti di lavoro tra i giovani, con una diminuzione di 200.000 occupati fra individui fra i 35 e i 44 anni, registrando una contrazione del 2,7%. Certo, alcuni comparti hanno fatto registrare trend positivi, come nel caso di settori in cui sono richieste competenze tecnologiche, confermando la visione di chi ritiene che, almeno professionalmente, puoi essere affamato e folle solo se scegli di diventare “ing.” oppure “dott.”.
Se non ci sentiamo portati per i settori che “tirano”, è meglio abbandonare in partenza ogni tentativo?
Leggi la storia di Daniele, forse troverai una risposta interessante.
Fatemi suonare la mia musica
“Non puoi fare il musicista!”.
Oppure “Non hai talento”.
Oppure “Ci sono molti altri meglio di te, fai altro”.
Sono frasi che ho sentito ripetermi per diversi anni.
Ero ad un passo dal mollare, poi è successo qualcosa: un incontro che mi ha cambiato la vita.
A scuola sono stato sempre svogliato, l’unica cosa che mi impegnava e che mi interessava veramente era fare il musicista, mi piaceva e mi piace tuttora la musica classica. Ho iniziato da piccolo a suonare il violino poi, vista la mia mole fisica, sono passato alla viola e con questo strumento mi sono espresso meglio.
Maestri da ascoltare?
Purtroppo negli anni di studio “accademico”, soprattutto negli anni del Conservatorio, avevo attorno a me persone che mi demoralizzavano. La cosa grave e che non mi ascoltavano quando gli dicevo che volevo fare il musicista… la loro unica risposta era come NON fare il musicista.
Cavolo, ditemi il come fare, non il come mollare!
Dopo tante arrabbiature e crisi (le crisi servono eccome!), ho incontrato due insegnati particolari. Mi ricordo molto bene cosa mi raccontò il primo dei due: “anche il mio insegnante mi disse che non potevo fare il violista… ora suono al teatro d’Opera di Berlino, lui no”.
Quale tipo di insegnante bisogna seguire? E soprattutto di chi ci dobbiamo fidare? Perché un maestro da seguire dobbiamo sempre averlo… sempre!
C’è chi ti dice di mollare o chi ti fa sputare sangue per dare tutto.
Ho scelto la seconda opzione. E vi giuro che mi ha fatto dare tutto quello che avevo e anche di più!
Mi sono trasferito alcuni mesi a Berlino, tornato in Italia ho continuato con lo stesso impegno e metodo, mi sono comprato anche dei registratori per riascoltare quello che studiavo quotidianamente.
Ri-ascoltarsi serve tantissimo! Un consiglio che dò a tutti, qualsiasi lavoro voi facciate.
Arriva il giorno del diploma… al conservatorio me la fanno “pagare” per essere andato fuori a studiare. Ma un numero su un pezzo di carta come voto finale non significa niente!
Il periodo a Fiesole
Passa una settimana, faccio un po’ per scommessa l’audizione all’Orchestra Giovanile Italiana a Fiesole.
Sono idoneo! e mi convinco di essere un grande!
E invece… grande bastonata tra i denti!
Il mondo del lavoro, soprattutto quello della cultura in Italia, è molto più selettivo e violento di quanto mi aspettassi.
Non fa niente! Come detto all’inizio io “voglio fare il musicista” non ho mai detto di voler suonare nella più grande orchestra del mondo o di voler fare il solista.
Qui a Fiesole mi viene chiesto di alzare l’asticella del mio limite.
Ok… non pensavo di arrivare a tanto ma è possibile se abbiamo tutti ben in mente un obiettivo!
Un obiettivo!
Dritti all’obiettivo!
I problemi ci sono, ma vai dritto all’obiettivo!
Adesso mi è chiaro che forse non vincerò mai un’audizione in un’orchestra per mille motivi ma il musicista sono riuscito a farlo.
Dubbi? No!
Rimorsi? No!
Errori fatti? Sì, e per fortuna! E chi non li fa, anzi se non li avessi fatti non mi sarei fatto delle domande per andare avanti.
Persone sbagliate? Come gli errori… uno stimolo.
E io? Sempre presente e con l’aiuto di bravi Maestri!
Nell’orchestra di Muti
Finito il periodo di studio a Fiesole con l’Orchestra Giovanile Italiana mi chiamano per andare a suonare in un’altra orchestra giovanile, l’Orchestra “Luigi Cherubini” di Riccardo Muti!
Wow! Allora posso fare il musicista!
Sì!
Ho suonato con lui per i sei anni più belli della mia vita.
Non vincerò mai un concorso in un’orchestra sinfonica ma faccio il musicista!
Ora ho una famiglia, ho deciso di cambiare il mio stile di vita, la musica non mi dà il mio stipendio a fine mese, ho tante altre attività, ma faccio anche il musicista.
Non credo che Steve Jobs avrebbe potuto cambiare il mondo se non fosse stato convinto di potercela fare.
La motivazione di per sé non basta a farci raggiungere un obiettivo, ma è evidente che un ambiente negativo ed opprimente non ci è di aiuto nel realizzare i nostri sogni.
Se chi abbiamo intorno, anche in totale buona fede, ci tiene bloccati e non ci incoraggia a fare un primo passo, come possiamo sperare di raggiungere la meta?
La storia di Daniele è un esempio evidente di questa dinamica: se avesse ascoltato le voci del “non fare il musicista” o avesse ceduto alla triste realtà narrata dai numeri, non sarebbe mai riuscito a suonare in due importanti orchestre in cui, invece, ha potuto esprimersi appieno.