Chiquitica, un’altra musica è possibile

In Ispirazioni, Personaggi

Lorenzo Frizzera è un musicista. Una roba che a scriverla basta mezza riga, mentre a capirla credo occorra una vita intera. E forse non basta.

Friz, così lo chiamano gli amici, mi ha spiegato che la musica ti sceglie e ti rapisce in un abbraccio così forte ed intenso da non riuscire più a lasciarla.

Da quel momento non riesci più a farne a meno, specialmente quando insieme ad altri musicisti voli via, in un posto dove non esiste nient’altro che il Presente. Un attimo intenso, puro, che continua a cambiare forma.

Ad essere sincero pensavo che frasi come questa fossero messe lì così, un pò per dire e un pò per emozionare. Insomma, ho sempre pensato che frasi così fossero un po’ esagerate.

Poi ho scoperto cosa è riuscita a fare la musica con Friz, e mi sono ricreduto.

Gli auricolari di Lorenzo Frizzera. Non li abbandona mai.
Gli auricolari di Lorenzo Frizzera. Non li abbandona mai.

Il viaggio in Burundi

Lorenzo Frizzera ha un cuore grande. Lo capisci da come ti dice “ciao” quando ti conosce per la prima volta. Una sola parola e ti fa sentire a casa. Lo capisci ancora di più quando ti racconta delle cose che ha fatto da quando è stato rapito dalla musica.

Una delle esperienze più intense che mi ha raccontato riguarda il Burundi. Un posto in cui manca più o meno tutto. L’elettricità, l’acqua, le strade. Un posto in cui la gente muore in media a 48 anni. Un posto in cui Friz viene invitato ad insegnare musica per circa un mese.
Lorenzo fonda in Burundi una scuola di musica che insegna a suonare a un centinaio di bambini: grazie alla sua opera, diventa possibile unire le persone con la musica, per portarle a condividere i loro bisogni.

Che a sentirlo dire sembra assurdo. Voglio dire, ma a che cavolo serve insegnare musica in un posto così? La povertà si combatte con vaccini e pasti caldi, mica con la musica!

Certo, i bambini del Burundi soffrono la loro povertà. In questo senso sono infelici a causa della loro povertà. Non sarei sicuro – però – che questi bambini siano più infelici di noi. La musica crea un ponte tra le persone, le avvicina e aiuta a comprendere meglio il proprio mondo e quello degli altri. E’ così che aiutiamo questi ragazzi e perché no? Adulti! La musica fa bene a tutti.”

Vabbè, bello in teoria, ma poi – concretamente – che se ne fanno i bambini della musica?

Chiquitica, una chitarra per tutti

Nei giorni trascorsi in Burundi, Lorenzo Frizzera ha un’idea.

Friz vuole creare una chitarra propedeutica a bassissimo costo per attrarre verso lo studio della musica persone che abitano nei Paesi poveri. In queste nazioni il prezzo di una vera chitarra è molto elevato e ciò fa sì che essa venga rubata, venduta o scambiata con altri beni prima ancora di essere utilizzata.

Al mondo non esiste una chitarra adatta all’apprendimento della tecnica e dal costo così basso da rendere non conveniente il suo furto o il suo scambio.

Così, nel febbraio 2013, Lorenzo trasforma lo schizzo di Chiquitica, la prima chitarra low-cost, e lo trasforma in una rielaborazione al computer attraverso un programma di grafica 3D. Per un anno lavora insieme al liutaio Stefano Robol alla realizzazione di un prototipo, attraverso vari passaggi di prova e continue verifiche per ottenere uno strumento adatto allo scopo.[/su_column]

Una fase della preparazione del manico di Chiquitica
Una fase della preparazione del manico di Chiquitica
Prima di essere proposta al mercato, Chiquitica verrà testata da 100 persone senza conoscenza della musica, al fine di verificare la sua idoneità a diventare strumento propedeutico.
Prima di essere proposta al mercato, Chiquitica verrà testata da 100 persone senza conoscenza della musica, al fine di verificare la sua idoneità a diventare strumento propedeutico.

Finalmente, dopo tanti mesi di tentativi, riescono a produrre uno strumento perfettamente funzionante, sufficientemente robusto e pensato per essere adatto all’apprendimento della musica.

Nasce Chiquitica, la prima chitarra low-cost per imparare a suonare!

Dall’idea, al progetto, all’impresa?

Quando hai un prototipo in mano, ci sono due cose che puoi fare.

Continuare a giocherellarci e a farlo vedere ai tuoi amici, crogiolandoti nel sentirti dire “quanto sei stato bravo”, oppure puoi costruirci intorno un’impresa.

Nel caso di Chiquitica, Friz ha in mente un’impresa sociale, ovvero un’opera che esista più per fare del bene che non per generare profitti.

Chiquitica crea un ponte di solidarietà e di condivisione basato sull’amore per la musica.

Ogni volta che acquisti una Chiquitica per te, ne stai acquistando una per un bambino in Burundi o in qualsiasi posto in cui – senza l’opera di Friz e di tutte le persone che con lui lavorano a questa opera – non sarebbe possibile studiare musica.

Ma come fare a produrre su larga scala chitarre da vendere a 3 euro?

Occorre un macchinario, qualcosa che automatizzi parte della produzione abbattendo i costi per singola unità realizzata. Così, e questo è un gesto importante, Friz decide di acquistare un macchinario per la lavorazione del legno, un investimento per il quale arriva ad indebitarsi.

Nel frattempo, si uniscono al team due ragazzi che credono nella proposta di Lorenzo. Chiara, che si occupa dell’amministrazione, della logistica, della gestione dei contatti tra i vari referenti e della cura dei contatti con la scuola in Burundi, e Sascha, che gestisce la parte dei progetti legata ai siti internet e alla strumentazione musicale.

A questo trio, si aggiungono numerosi collaboratori ed un partner che sta aiutando Chiquitica ad arrivare là dove ce ne è bisogno: un’associazione non-profit, la Spagnolli Bazzoni ONLUS, che mette a disposizione tutto il know-how nella gestione delle pratiche necessarie per la spedizione degli strumenti.

Ho capito quanto potesse essere determinante realizzare Chiquitica quando ho visto gli occhi dei ragazzi del Burundi brillare di gioia ascoltando qualcosa che non conoscono, quando li ho visti ammassarsi in trenta davanti al monitor di un computer portatile per capire come si può registrare la musica, quando sono venuti loro a cercare me, perché ero in ritardo di due minuti sull’inizio della lezione, quando uno di loro ci ha cantato una sua canzone sulla guerra, l’odio e la speranza.

Ora Chiquitica è pronta per entrare nella fase più delicata del suo percorso. Si possono avviare i primi test e, quando anche gli ultimi dettagli saranno sistemati, iniziare la commercializzazione.

Lorenzo Frizzera e la sua inseparabile chitarra Jazz
Lorenzo Frizzera e la sua inseparabile chitarra Jazz

La nota che viene dopo…

Come ricercatore ed esperto di innovazione e startup, non saprei davvero dirvi se Chiquitica avrà successo oppure no sotto il profilo commerciale.

Ci sono tanti interrogativi e tanti nodi che vanno sciolti. Tante criticità che rischiano di essere “fatali”.

Riusciranno Friz ed i suoi compagni di viaggio a far conoscere l’iniziativa ad un numero sufficiente di persone? Ci saranno acquirenti disposti ad acquistare uno strumento propedeutico “insolito”, motivati dalla finalità sociale che esso comporta? Una volta arrivate a destinazione, le chitarre di Friz potranno effettivamente aiutare i bambini dei paesi più poveri a definire una loro identità, e a contribuire alla loro crescita?

A questo proposito, Friz sembra avere le idee piuttosto chiare:

Come chitarrista Jazz, sono abituato a non sapere la nota che viene dopo. L’importante, per me, è agire in maniera giusta e responsabile nel momento in cui la realtà mi richiede un passo.

Un po’ come quel monito di Martin Luther King che recitava più o meno così: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.

  • Che dire, l’articolo e’ già più che esauriente, tuttavia avendo conosciuto il Friz in occasione del Guitar Campus di Monte Baldo voglio spendere qualche parola anche io a favore di questo progetto. Intanto e’ ammirevole quanto Lorenzo fa per questi sfortunati ragazzi. E lo fa davvero con il cuore, senza alcun tornaconto personale. Per amore della musica e probabilmente per il piacere di sfruttare la sua abilità di musicista, per fare qualcosa di utile che faccia trascorrere un momento di spensieratezza a questi ragazzi. Ho visto e toccato la “chitarrina” progettata e realizzata dal Friz e devo dire che e’ geniale, pur nella sua apparente semplicità, in grado di fornire tutti gli elementi per diventare uno strumento didattico eccezionale. Sarebbe bello poterla proporre anche nelle nostre scuole dove, con una spesa irrisoria, i nostri ragazzi potrebbero apprendere i rudimenti dello studio di uno strumento bellissimo. E pensare che con meno di 10 euro potrebbero finanziare lo strumento per essi e per un ragazzo africano! Insomma un progetto che vale la pena di sostenere perché fa bene alla musica ed anche al cuore. Grazie Lorenzo.