Dall’abbandono scolastico al lavoro in proprio. La vicenda di Elisa

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Questa è la storia di Elisa, 26 anni. La storia di una ragazza che un giorno, dinanzi a problemi seri e chiusure incomprensibili, ha detto: debbo alzare le vele e prendere il largo. In senso metaforico, ovviamente. Non se n'è andata dalla sua cittadina ma ha dato una svolta alla sua esistenza. Una storia da raccontare come esempio per altri giovani.

Questa è la storia di Elisa, 26 anni. La storia di una ragazza che un giorno, dinanzi a problemi seri e chiusure incomprensibili, ha detto: debbo alzare le vele e prendere il largo.

In senso metaforico, ovviamente. Non se n’è andata dalla sua cittadina ma ha dato una svolta alla sua esistenza.

Una storia da raccontare come esempio per altri giovani.

All’età di 17 anni Elisa decide di abbandonare gli studi. Sta frequentando il 4°anno del liceo linguistico. La decisione è conseguente ad un grosso problema: una malattia degenerativa incurabile ha colpito suo padre e il riflesso su tutta la famiglia non è da poco.

La malattia e la conseguente scelta di lasciar gli studi sono, pur nella loro diversità, momenti drammatici. Elisa dà forfait, saluta i compagni, si congeda dai professori, accantona i libri. Quello che è il normale iter di un normale adolescente viene stravolto. Come se il binario su cui si viaggiava all’improvviso si fosse divelto. Ed ora?

E’ stato un anno di “panico e di disperazione”, racconta oggi Elisa, “non sapevo più cosa fare della mia vita”. Finché un giorno, uno di quelli in cui ti accorgi di qualcosa di diverso, l’ormai diciottenne decide di riprendere in mano la sua esistenza e di iscriversi ad una scuola professionale per estetiste del territorio. La sua è una passione che coltiva sin da piccola. Ora può tentare. E lo fa. Si iscrive, frequenta, studia, si applica.

La qualifica arriva al secondo anno. Al terzo si diploma come estetista. Elisa ha intanto partecipato a tutti gli stages formativi proposti dalla scuola. Terminati gli studi, lavora in un paio di centri estetici e in una parrucchieria, sempre come estetista.

Poi, tre anni fa un evento felicissimo: la nascita del figlio, che rallegra la famiglia e dà maggiore spinta alle passioni. E’ tempo però di dedicarsi alle “richieste” del neonato. Elisa lascia il lavoro e si dà completamente al piccolo. Quando lo svezzamento glielo consente, la giovane mamma riparte. Nuovamente da zero. Ma ora è più difficile cercare un posto sicuro. Molte le porte che le si chiudono in faccia. Sia perché è mamma (come se un bimbo fosse una limitazione), sia perché nessuno in questo periodo di crisi ha voglia e possibilità di assumere dipendenti.

Sono mesi di ricerca e di risposte negative. Infine, una nuova decisione ed una svolta: insieme a sua madre, Elisa decide di aprire un centro estetico, per conto suo, tutto suo. Dato che nessuno l’assume, la giovane preferisce allora far da sé. Meglio sarebbe dire: da sé e con sua madre, che è fondamentale nell’appoggio morale ed economico.

Elisa diventa piccola imprenditrice, cosa mai fatta prima. Si rende conto di aver bisogno di consigli e di sostegni di persone con più esperienza. Persone, racconterà più tardi, “che mi hanno assolutamente incoraggiato e dato delle grosse dritte su cosa dovevo fare per iniziare questo percorso lavorativo. Rivolgersi alle persone giuste e chiedere un aiuto è assolutamente fondamentale per una buona partenza e per arrivare serenamente allo scopo che ci siamo prefissati”.

Ora è pronta. Tra un paio di settimane aprirà il suo istituto di bellezza, ed è soddisfatta del percorso che ha scelto di seguire.

Storia minima, ma storia massima.

 

Photo credits: School Dropout, di  Arthur Coddington