La pelle dell’imprenditrice

In Imprenditori, Ispirazioni

Due giorni fa una signora arriva in ufficio e mi chiede di preparare dei preventivi per una s.p.a. Questa modalità non è comune per una azienda di quel tipo e decido così di chiedere un appuntamento e di andare a conoscerli.

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“Salve, le ho chiesto un appuntamento perchè volevo conoscervi prima di fare una quotazione”. Iniziamo a parlare. Il consulente, sulle sue all’inizio, comincia a sbottonarsi quando gli chiedo dell’azienda e di capire qualcosa in più di questa modalità non comune. E’ una conceria, scherziamo sull’odore, un pò meno sul fatto che la città non la vuole perché puzza”.

“Quante persone lavorano qua?”
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“Centosei e altre 50 in due aziende terziste. Quest’azienda è storica, io sono qui da un anno circa e da poco abbiamo sottoscritto con le banche la ristrutturazione del debito.

La proprietà sta facendo di tutto per salvarla. La figlia del fondatore, unica erede rimasta in azienda, si sente sulle spalle quella responsabilità, anche sociale. Proprio come suo padre. Pensi che non solo ha impegnato i suoi ( ampi ) averi personali, ma ha anche accettato la clausola imposta dagli istituti di non toccare neanche un centesimo degli utili, per i prossimi 20 anni. Venti anni, capisce? Quale altro imprenditore farebbe questo?”
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Così gli ho parlato di come su “An Italian Tale” raccontiamo di storie positive come quella di questa imprenditrice, ma il consulente mi fa: “l’imprenditrice va avanti per la sua strada in silenzio, pensi che nessuno conosce la sua vera storia e tutti i suoi sacrifici, perchè è fatta così, è riservata”.

Lo so, forse sto andando contro la volontà di questa imprenditrice, ma io la sua storia l’ho voluta raccontare lo stesso, perché questo incontro mi ha cambiato, perché mi sono ricordato del motivo per il quale amo così tanto il mio lavoro.
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