Quando Francesco Gavello mi ha mostrato cos’è la gratuità.

In Ispirazioni, Lettere

Hai presente l’angosciante suoneria che accompagna le chiamate in ingresso di Skype?

Ecco, quella musica sta suonando proprio ora.

In genere la odio, eppure questa volta sono felice di sentirla.

Mi piace che sia arrivata questa chiamata.

Mi piace iniziare una nuova conversazione con Francesco Gavello.

Dice: Francesco chi?

Io: Ma come chi?! Francesco Gavello! Questa è la prima chiamata dell’anno per parlare di come sta andando AiT e dei prossimi passi da fare.

Ah già, non credo di avervi mai parlato di Francesco e di quanto sia importante per AiT.  Sarà meglio rimediare!

In realtà non ricordo di preciso quando ho sentito parlare di Francesco per la prima volta.

Però mi ricordo che mi era piaciuto un casino.

Francesco e lo zen

Leggevo il suo blog, francescogavello.it, perché spiegava in maniera chiara ed accattivante come gestire un blog in maniera professionale.

La cosa che mi piaceva di più di Francesco, e mi piace tutt’ora, è che lui non ti dice solo come fare qualcosa, ma punta a ragionare con te su come essere qualcosa.

Francesco Gavello

Anche quando parla di questioni tecniche, del SEO, del SEM o di tutte le altre funambolerie di WordPress, ti accorgi che il suo cervello sta inserendo il ragionamento in un contesto più ampio, più generale, ad un livello che ha a che fare con qualcosa di enormemente più profondo, tipo “cosa ci stiamo a fare nel mondo noi che viviamo il web come la nostra prima casa”.

Ecco, questo ho in comune con Francesco: tutto diventa una scusa, una possibilità di tornare alla vera domanda con cui affrontiamo ogni giornata.

Per me, Francesco è meglio di un corso Zen concentrato in 60 minuti la settimana.

La prima volta che ci siamo parlati

La prima volta che ho parlato con Francesco è stata per via di AiT.

Quando la mia storia era finita sui giornali, e c’era stato tutto quel clamore per le cose che andavo dicendo, ho capito che avevo bisogno di una mano.

Ho capito che mi serviva qualcuno con cui condividere il cammino.

Qualcuno che ne sapesse più di me su come mantenere l’autenticità di un’esperienza, e non farla diventare una facile preda per gli avvoltoi che circolano nel web (e fuori).

Non c’ho dovuto pensare due volte. Il primo nome che avevo in mente era lui: Francesco Gavello.

Così gli ho mandato una mail.

E lui ha risposto.

Semplicemente.

Come si fa fra due vecchi amici, che magari non si sentono da un po’.

Mi ha dato un appuntamento su Skype, e così ci siamo sentiti.

Francesco non lo sa, ma io avevo una certa ansia addosso. Non sapevo di preciso cosa dire, come spiegare cosa stesse accadendo e perché fossi arrivato a lui.

Così ho iniziato a parlare a manetta. Parlavo, parlavo e parlavo.

Francesco, dal canto suo, si limitava ad ascoltare.

Questa cosa di lui mi colpiva un sacco: ascoltava tanto, non aveva fretta di intervenire. Non doveva far vedere di saperne più di me.

Magari dentro di sé mi avrà dato più volte del coglione, ma non me l’ha mai lasciato intendere.

Perché lui voleva capire cosa diavolo potesse entrarci la mia esperienza con la sua. Era evidente.

Una cosa sola mi ha detto, a fine chiamata.

Fabio, questa cosa va fatta. Dobbiamo continuare a lavorare ad AiT. Dobbiamo farlo diventare un luogo dove poter raccontare storie positive. Dobbiamo creare uno spazio dove il cambiamento possa avere luogo.

Niente strategie. Niente calcoli. Niente ritorni.

Solo la consapevolezza che ci sono cose che vanno fatte.

Crescere insieme

Con Francesco è nato l’AiT che leggete oggi. Che non so se sia meglio o peggio rispetto a quello degli inizi. Però c’è dentro tutta la nostra crescita degli ultimi 12 mesi. Tutta la nostra voglia di fare. E forse anche tutta la nostra amicizia.

La suoneria continua il suo loop, ed io ho tutte queste cose in mente.

Perchè ancora oggi, un attimo prima di aprire una Skype call con Francesco, a me passano avanti in un attimo tutte queste cose che vi ho scritto.

E mi si risveglia lo stesso stupore.

Lo stupore di chi si accorge che questo senso di gratuità, questo ingrediente invisibile che ha messo in moto Francesco rispetto alla proposta di AiT, può fare cose incredibili.

Io ho visto con i miei occhi quello che può fare la gratuità.

Può farti sentire amico di qualcuno anche se non l’hai mai incontrato di persona. E a questo qualcuno, puoi anche volergli bene, anche se lo senti una volta la settimana.

La gratuità ha una grande forza. La forza di farti sollevare la testa dai tuoi casini quotidiani, e di farti guardare là, dove c’è ciò che ti serve davvero.

E quando lo avvisti, quel punto all’orizzonte, allora ti metti in cammino.

Con l’aiuto di Francesco abbiamo ancora tanto da costruire. Tanti progetti che vogliamo realizzare insieme. Tante idee che speriamo facciano bene ad AiT.

A volte ci piace pensare che da qualche parte, nello stesso momento, altre persone si stiano mettendo a disposizione per far crescere progetti importanti.

Lasciandosi guidare dalla gratuità.

In definitiva, accettando l’idea di poter cambiare il mondo.

 

Photo Credits: frammenti di realtà