Tèssere: recuperare il valore dell’uomo

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Un tessuto realizzato da Tèssere Lab con la tecnica di sa trama e manta

Ho provato ad immaginare il giorno in cui Augusta ha avuto l’idea di Téssere.

Ho visto un’afosa giornata d’estate, e lei che passeggia per gli stretti vicoli di Baunei, il piccolo centro rurale sardo dove è nata e cresciuta.

Augusta si guarda intorno, rapita dalle infinite meraviglie che le si pongono di fronte ad ogni angolo del paese. Deve essere incredibile vivere a Baunei: un posto di cui conosci ogni centimetro, tanto è piccolo, ma che ad ogni nuova passeggiata ti stupisce con qualcosa che non avevi mai notato prima.

Anche nella sera che vi sto raccontando, c’è un dettaglio che cattura l’attenzione di Augusta più d’ogni altro.

È un tappeto realizzato secondo il tradizionale sistema de sa trama ‘e manta, un modo di realizzare mantas de stracciu che oramai non si usa quasi più: pochissime donne, in paese, hanno ancora il ricordo delle giornate spese a recuperare vecchi stracci per ricavarne coperte, tappeti, arazzi e complementi d’arredo. Pochissime donne utilizzano ancora questa tecnica per realizzare i tessuti che usano in casa.

Tèssere Lab
Un tessuto realizzato da Tèssere Lab con la tecnica di sa trama e manta

Augusta fissa quel tappeto per pochi secondi, sicuramente meno di un minuto. Ma quei pochi istanti bastano per realizzare il pensiero che dà origine a questa storia.

Fra qualche anno – Augusta ne è certa – questo “saper fare” dalle radici antichissime verrà dimenticato. Nessuno si ricorderà più come applicare questa particolare modalità di tessitura, e  le nostre mantas de stracciu verranno dimenticate per sempre”.

Una calda ed afosa serata d’estate. Una passeggiata in paese come centinaia di passeggiate prima di allora. Eppure, questa volta tutto è diverso, tutto assume un senso più profondo. Un dettaglio, un tappeto appeso ad una finestra, ed Augusta ha un’idea.

Augusta Cabras e la sua passione per l’uomo

Augusta ha una laurea in filosofia.

Credo che per lei avere un metodo per pensare, una strada per comprendere l’uomo, sia qualcosa che dà senso alle sue giornate.

Terminati gli studi, per qualche anno Augusta tenta la strada dell’insegnamento. Una strada che le piace e la soddisfa, ma che risulta estremamente difficile da percorrere in Italia.

Così, dopo qualche anno passato fra supplenze e precariato, Augusta cambia vita e insieme a tre amiche Anna Rosa, Elisa e Mercedes, crea la cooperativa sociale “Schema Libero”,  che opera nell’ambito della formazione, dell’educazione e della promozione socio-culturale, nell’interesse generale della comunità e per l’integrazione sociale di tutti i cittadini, soprattutto di quelli appartenenti alle fasce più deboli.

Tèssere Lab
Un tessuto realizzato da Tèssere Lab con la tecnica di sa trama e manta

Grazie al lavoro in Schema Libero, Augusta impara a muoversi nel mondo del sociale, mentre ha l’occasione per andare all’origine delle ragioni che la portano ad impegnarsi a favore dei più deboli: la passione per l’uomo è il motore del suo lavoro quotidiano. Augusta vede in ogni persona un’occasione di crescita, ed un’opportunità per costruire.

Così, quel tappeto appeso ad una finestra di Baunei, accende in Augusta un’idea che solo dentro ad una mente così avrebbe potuto trovare spazio.

Quattro paesi chiamati “a raccolta”

Il principio su cui si basa Tèssere è molto semplice: i cittadini consegnano, in quattro centri di raccolta, i tessuti di cui non hanno più bisogno.

Ci sono tre diversi modi con cui riutilizziamo il materiale tessile che riceviamo in dono:

  1. Trasformandolo secondo il tradizionale sistema de sa trama ‘e manta per realizzare mantas de stracciu o de sappulus al telaio (coperte, tappeti, arazzi, complementi d’arredo ecc…);
  2. Trasformandolo con ago e filo per la realizzazione di altri capi d’abbigliamento, accessori, complementi d’arredo, lavori di tappezzeria;
  3. Devolvendolo alla Caritas Diocesana e alle Associazioni di volontariato e distribuendolo alle persone che hanno necessità (nel caso in cui non sia utilizzabile per essere trasformato).

Attraverso il suo funzionamento, Tèssere rende concreto un principio noto a molti: il riutilizzo è meglio del riciclo, perché implica la creazione di un nuovo valore aggiunto allo stesso manufatto.

La visione di Augusta si concretizza nel dicembre del 2013, quando, grazie ai finanziamenti ottenuti dalla “Fondazione con il Sud”, arrivano le risorse necessarie per avviare la fase operativa del progetto.

Insieme alla Cooperativa L’Aquilone di Jerzu diretta da Lina Pisano, si riescono ad aprire due laboratori, uno a Baunei e uno a Cardedu, che daranno lavoro ed opportunità di espressione ad un gruppo di 13 lavoratori.

Oggi i laboratori Tèssere realizzano tappeti, coperte, complementi d’arredo, abbigliamento, accessori, manufatti in stoffa e legno realizzati a partire esclusivamente da materiale tessile recuperato, e con metodi di produzione fedeli alla tradizione ma con lo sguardo rivolto all’innovazione.

Tèssere: l’uomo al centro

Tèssere vuole salvare un pezzo della tradizione artigianale di Baunei e dei comuni limitrofi ed “affini” (Baunei, Santa Maria Navarrese, Cardedu e Jerzu), recuperando una tecnica di tessitura che non esiste altrove.

Nelle intenzioni di Tèssere, però, c’è anche un tipo di “recupero”, più ambizioso e profondo: recuperare la storia di un paese, rendendola viva e presente a chi, in questo angolo di Italia, ci abita oggi.

Tèssere Lab
Un tessuto realizzato da Tèssere Lab con la tecnica di sa trama e manta

Tèssere vuole valorizzare un tipo di lavorazione locale recuperando tessuti che altrimenti sarebbero buttati e coinvolgendo gli abitanti del paese prima di tutto in un percorso di riscoperta delle loro origini.

Con questo slancio, impossibile da realizzare senza una viva e vera passione per l’uomo, Augusta insieme a Lina e ad altri partner, danno origine a Tèssere, un progetto che prevede la raccolta, il riuso e la riconversione del materiale tessile usato, riconoscendo in esso un’importante risorsa da inserire in un nuovo processo produttivo.

Tèssere è l’idea che può esserci un modo nuovo di pensare il lavoro, di vivere l’ambiente, di instaurare relazioni tra le persone nel segno del rispetto e della solidarietà. Tèssere è la convinzione che nelle pieghe della tradizione si trovi una ricchezza unica da valorizzare e proteggere. Tèssere è la certezza che si possa realizzare ora un futuro migliore del tempo presente.

L’accento sulla prima “e” non è dunque casuale o accessorio: esprime esistenza, ovvero presenza concreta, visibile attraverso l’opera di chi lavora nei neo-nati laboratori e di chi dona tessuti ed altri indumenti inutilizzabili.

Un essere, quello di Tèssere, che è partecipato, collettivo, di comunità.

Un essere, che vuole dire “noi viviamo insieme, lavoriamo insieme, costruiamo il futuro insieme”.

Ed il futuro è una parola estremamente concreta e presente nell’operare di Tèssere: il 2 gennaio 2014 si è avviata la prima produzione, ed i capi realizzati saranno presto venduti sia attraverso punti vendita locali sia sul web, attraverso una piattaforma ecommerce che punta a far arrivare in tutto il mondo i prodotti “made in Baunei e Cardedu”.

I valori aggiunti del progetto Tèssere

Se guardi al progetto Tèssere con attenzione, ti accorgi del valore che esso è in grado di costruire.

In primo luogo, Tèssere è una risposta concreta e creativa alla crisi economica degli ultimi anni.

Concreta perché promuove l’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane del territorio, sviluppando posti di lavoro in armonia con il DNA dei paesi in cui questa opera si sta realizzando.

Creativa perché Tèssere interviene in quella che può essere riconosciuta come una tipica situazione in cui le logiche della domanda e dell’offerta finiscono col “far fuori” – principalmente per questioni legate al marketing o ai prezzi di vendita – una produzione tipica e di grande valore manufatturiero e culturale.

Tèssere è sostanzialmente il modo con cui si riesce a sanare questo “fallimento del mercato” senza ricorrere a complesse operazioni commerciali o produttive, in una logica dunque spontanea, partecipata e “dal basso”.

Tèssere sembrava un progetto bizzarro ed irrealizzabile, ed invece eccolo qua, che dice al mondo, con i suoi telai e l’operosità dei suoi collaboratori, che si può fare. Ogni giorno rimango colpita dall’entusiasmo che c’è fra di noi, di quante idee e quanta energia e voglia di crescere ci accompagna in questi primi – difficilissimi – passi.

Ma il valore prodotto grazie a Tèssere non è solo economico. Il recupero di stracci destinati al cassonetto è, in realtà, il recupero di una dimensione sociale, di un’identità che altrimenti andrebbe perduta.

Oltre agli indubbi benefici di tipo ambientale, i cittadini di Baunei e degli altri comuni che hanno aderito all’iniziativa, possono riprendere coscienza di uno dei tratti caratteristici della propria cultura. Un nodo fondamentale del loro “essere popolo” attraverso la storia.

Da ultimo c’è il grande elemento integrativo che, grazie a Tèssere, si rende possibile. Al di là dell’aspetto di genere (12 collaboratori su 13 sono donne), c’è il fatto che una delle donne impegnate nella manifattura sia Romena. Uno dei side-effects, garantiti dall’apporto dell’Associazione Al-Madrasa (La scuola, in arabo) altro partner del progetto, è stata la possibilità di trovare un’occasione di integrazione per persone di diversa cultura ma con una comune capacità di esprimere un valore aggiunto nella lavorazione del materiale tessile.

Come a dire che il primo processo di valorizzazione operato da  Tèssere è quello fatto tra le persone che lo vivono.

Perché è nella riscoperta e nella valorizzazione di una tradizione antica che si ritrovano le ragioni dell’operare insieme quotidianamente, come una vera comunità.