Viaggiare nel tempo

In Riflessioni

Oggi ho letto un articolo che parla di come sia diventato possibile viaggiare nel tempo.

In un articolo pubblicato su Nature , due ricercatori dell’Università del Queensland  hanno dimostrato di poter sfruttare un loop spazio-temporale per mandare indietro nel tempo un fotone (singola particella di luce), facendolo addirittura incontrare con il “sé stesso più giovane”.

In un esperimento questo fotone – proprio come previsto dal paradosso del nonno – interagendo con il “sé stesso più giovane” – ha fatto sparire il sé stesso presente. In un altro esperimento, invece, questa particella di luce è riapparsa nell’istante presente, però cambiata.

Al di là della mia passione per la fisica, questa notizia mi ha concesso 3 minuti di riflessione che voglio condividere con te.

Mi sono chiesto cosa cambierei della mia vita se potessi tornare indietro.

O meglio, proprio come nel secondo esperimento del fotone, quali specifici “me” cancellerei. Quali fatti, quali episodi, giudicherei superflui, o addirittura dannosi nel mio percorso?

Questa domanda può sembrare banale o superflua.

Eppure sono convinto che ogni tanto sia utile guardarsi indietro, giudicare ciò che è stato, per poi immaginare quello che sarà.

A me è già capitato tante volte di fare un “esperimento” di questo tipo. E puntualmente mi sono accorto che è del tutto impossibile stabilire, anche col senno del poi, cosa ha funzionato – e cosa no – nella nostra vita.

Perché alla fine, cosa siamo noi se non il prodotto di tutte le nostre esperienze, anche di quelle la cui “utilità” è più difficilmente percepibile nell’immediato?

Noi siamo impastati dei nostri incontri, delle nostre amicizie e dei nostri errori.

Noi siamo tutto questo, e tutto questo va bene così. Così com’è.

Perché è tutto questo che ci rende ciò che siamo, e che ci rimette in moto verso ciò che intuiamo essere il bene per noi, ovvero verso l’orizzonte delle nostre vite.

È per quest che se un giorno i viaggi nel tempo saranno possibili anche per gli uomini, non mi candiderò per tornare indietro a sistemare le cose per conto del mio “io” passato.

Piuttosto impiegherò il mio tempo per imparare a perdonarmi quando sbaglio, e per divenire sempre più certo che – in fondo – si può sempre ripartire.