In questo episodio della storia di Mario Vespasiani ti racconteremo come un’artista possa produrre “opere da sentire”, non solo da guardare.
Nel 2016, Mario è infatti riuscito ad esprimere il proprio immaginario oltrepassando lo spazio delle opere d’arte realizzate con tecniche e mediante supporti tradizionali, ed arrivando ad uno spazio nuovo, dove tali lavori vengono creati, mostrati e poi acquistati.
Questo episodio è un ottimo esempio di #restart perché dimostra come anche in settori apparentemente difficili da accedere e complessi da “monetizzare” – come è l’arte in Italia – si possa fare innovazione sostenibile.
Con Mara as Muse, Mario Vespasiani ha infatti introdotto una possibilità di valorizzare la propria arte oltre le gallerie ed i musei, ma all’interno di supporti nuovi, capaci di arrivare veramente nel quotidiano di chi decide di acquistarla.
L’incontro con Mara
Mario e Mara si sono conosciuti e diplomati all’Istituto d’Arte.
Mario è uno dei maggiori talenti della giovane arte italiana, ha esposto su tutto il territorio nazionale e anche in questo momento è in mostra a Catania. Sta lavorando al quarto volume della serie Mara as Muse, la sua trentottesima pubblicazione personale.
Mara ha una laurea in Beni Culturali ed è una musa per la sua abilità di ispirare la ricerca artistica e per la rara qualità di comunicare un immaginario senza tempo, verosimile oggi, cento anni fa o nel prossimo secolo.
Al di là della comune passione per l’arte, però, c’è dell’altro: Mara è stata la ragazza storica di Mario – da qualche mese moglie – che da sempre ha ritratto fin dagli anni dell’Istituto d’Arte e che col passare del tempo è entrata nell’immaginario comune come una parte dell’artista, non solo sentimentalmente ma anche impersonificando gli oggetti che via via sono stati realizzati sotto il nome Mara as Muse.
opere da “SENTIRE”
Il progetto è nato quando Mario e Mara sentono il bisogno di coinvolgere il pubblico non solo come spettatore, ma come co-creatore dell’opera d’arte.
“Volevo che le opere fossero frutto non solo di un’emozione visiva, ma anche di quel contatto, di quella partecipazione, che la civiltà digitale sta via via perdendo.
Così ho iniziato a disegnare opere che potessero essere indossate come borse ma che poi si appoggiano tipo sculture, oppure bandiere colorate che si indossano come grandi foulard o da appendere come arazzi ed infine tele sagomate montate su sagome in legno, che hanno la forma di tavole da surf ma non adatte alla messa in acqua.”
Ogni creazione doveva rappresentare questo cortocircuito, che nasce sempre come opera d’arte, ma che si presta non solo ad essere guardata ma anche “sentita”.
Confronto come vero motore del cambiamento
Un elemento decisivo del progetto Mara as Muse è la sua natura “emergente”, ovvero non pianificata.
Come più volte lo stesso Mario Vespasiani ci tiene a sottolineare, questa idea non è frutto di alcuna strategia, se non quella di manifestare la vitalità di una creazione che si esalta e cambia pelle di volta in volta, in base al messaggio da trasmettere e all’urgenza del momento.
Quale fattore, dunque, ha consentito al progetto di arrivare fino a qui?
Mario e Mara si definiscono due estetiche che si confrontano, che dialogano e che si scontrano perché, pur nell’obbiettivo di crescita comune, le rispettive nature rimangono molto diverse e forse proprio questa “instabilità” porta a sorprenderci ogni volta.
Entrambi abbiamo un ruolo che non si sovrappone con quello dell’altro e al contrario di tutti i discorsi che facciamo, dove ognuno esprime se stesso, i suoi interessi e ci tiene a farli valere.
Crediamo in questo progetto proprio per la sua unicità, che non ricalca sentieri già battuti, ma ne apre di inediti.
Questa dinamica del “confronto come motore del cambiamento” richiama anche la grande sfida che Mario e Mara stanno affrontando per continuare a crescere insieme: di avere sempre nuovi mezzi capaci di farci esprimere le nostre intuizioni e di trovare degli interlocutori validi, tra i collaboratori come nel pubblico.
In fondo la bellezza di questa avventura sta nel non poterla prevedere, perché ogni incontro genera altre relazioni che chissà poi quali sviluppi porteranno.
Mara as Muse, benché abbia una fanpage su Facebook, si può conoscere davvero solo venendo nel nostro studio, parlando con noi, toccando i materiali, respirando l’aria del posto.
In qualche maniera puntiamo a dare valore non solo alle opere ma anche all’idea del viaggio, che ha in sé sorpresa e incontro.
Prossimi step
In questa fase lo sforzo principale è quello di documentare e far conoscere il grande lavoro di ricerca celato dietro il progetto Mara as Muse.
Mario e Mara stanno lavorando al prossimo volume fotografico della serie Mara as Muse, che continua ad essere raccontato attraverso l’uso del bianconero, ovvero attraverso la ricerca di Mario stesso nell’ambito della fotografia, tesa a cogliere nel volto di Mara, ciò che in seguito servirà da spunto, anche se non in forma diretta, alle nuove opere.
Contemporaneamente Mario e Mara stanno preparando la mostra che nel loro studio di Ripatransone presenterà sotto il periodo natalizio le riflessioni maturate nel corso di questo 2016.
Una circolarità che sembra guidare l’evoluzione dell’intero progetto: documentare per raccontare e far conoscere, ma anche per comprendere e trovare nuova ispirazione.