Cos’è un viaggio?
Quando puoi dire di stare viaggiando, di essere un uomo o una donna in movimento?
Di essere una persona che esplora, che cerca, che impara? Una persona che arriva fino alle estremità di quello che può conoscere, di quello che gli interessa? Un viaggio…come quello che sto facendo mentre parlo al telefono con Mario.
Sono in auto, una volta tanto nelle Marche, fra le colline nelle quali sono nato. L’aria è calda e così ne approfitto per abbassare un po’ il finestrino. Che bella sensazione.
Un viaggio, chiedevo, cosa è un viaggio?
Io sono senza dubbio un viaggiatore. Voglio dire, con i miei chilometri percorsi in auto, treno ed aereo, penso di poter dire la mia quando si parla di spostamenti.
Eppure, ho come la sensazione che rispetto a Mario – un Artista marchigiano di cui vi parlo fra pochissimo – tutto il mio muovermi, tutto il mio rimbalzare qua e là, esprima in sé molta più inerzia di quanto non creda.
Dovete sapere che Mario non l’ho mai visto di persona, e c’ho parlato una sola volta.
E’ arrivato ad AiT leggendo un articolo condiviso da un suo amico.
Ha visto in noi qualcosa di bello, di vero, di corrispondente al suo desiderio di non rimanere inerte di fronte al passare della vita. Ci ha scritto un’email, e qualche giorno dopo abbiamo trovato il modo di sentirci al telefono.
Mi è bastato riflettere su questa dinamica per capire che Mario è uno che si muove per ciò che gli sta a cuore: far conoscere al mondo le sue opere.
Mario è uno che si muove per ciò che gli sta a cuore: far conoscere al mondo le sue opere.
Lo capisco immediatamente, da come mi dice “ciao” prima di chiedermi se ho tempo per parlare.
Nella sua voce c’è qualcosa di bello.
Qualcosa di vivace e di cordiale.
E’ la voce di chi è certo del motivo per il quale è arrivato fino a te.
La voce di chi ha chiara la strada che lo ha portato fino a te.
Un artista in viaggio: nei luoghi e nel tempo
Dicevo di Mario – all’anagrafe Mario Vespasiani – classe 1978, un giovane uomo che è considerato un artista affermato già da anni. Uno dei veri talenti dell’arte italiana, uno che – incredibile scoprirlo dopo la nostra telefonata – con la sua ricerca sta innovando il concetto di pittura nelle varie modalità espressive e nello studio delle luminosità del colore.
Mario l’arte ce l’ha nel DNA. Comincia giovanissimo, esponendo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse. A 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore e nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia. Dal 1998 realizza circa trenta personali.
Mario sperimenta, è curioso e coraggioso. E’ tra i primissimi artisti italiani ad esplorare le possibilità dell’espansione delle tecniche pittoriche dai nuovi materiali alle tecnologie, come dimostra – ad esempio- nel 2012, dedicandosi alla realizzazione di opere mediante l’iPad e applicate su alluminio.
Un artista proteso verso il futuro, ma che non rinnega l’importanza del passato. Devoto ai grandi maestri dell’arte italiana che hanno ispirato la sua tecnica, nel 2008 Mario avvia il progetto “La quarta dimensione”, attraverso il quale propone un dialogo con Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto. Non un semplice omaggio, quanto un percorso in più tappe in cui l’artista mostra allo spettatore la sua vicinanza ai maestri attraverso l’evoluzione del suo stesso stile: l’approccio grintoso e istintivo che lo accomuna a Mario Schifano, i tratti sempre più lirici ed evanescenti liciniani, l’equilibrio di Lorenzo Lotto.
Storie di viaggiatori, territori e bandiere
Mario mi chiama per raccontarmi di una performance, presentata in primavera presso la Sala della Vittoria della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, in cui ha voluto consegnare il suo mondo con la cifra espressiva che gli appartiene e con un linguaggio totalmente inedito. Dice che mi manderà delle foto più tardi, così da poterle condividere su AiT.
Per ora ci tiene a raccontarmi che ha chiamato questa performance “Storie di viaggiatori, territori e bandiere”. Al centro di tutto c’è il viaggio, rappresentato attraverso il valore simbolico di ogni bandiera come manifestazione viva e unica della propria identità.
Tornato a casa ho guardato questa performance e mi sono scoperto – improvvisamente – a viaggiare insieme a Mario. Grazie al suo lavoro ho recuperato la cifra del mio viaggiare; mi sono reso conto, una volta ancora, di quanto sia bello osservare questo nostro tentare, questo nostro muoverci, questo partecipare alla vita – ciascuno per le proprie possibilità.
Ecco perché ho scelto di raccontarvi di Mario.
Cos’è un viaggio?
Mario è un uomo che – e questo è per me sorprendente – ha scelto di vivere e lavorare nelle Marche, nel piccolo borgo di Ripatransone, nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti.
Un uomo che non si sposta dal suo laboratorio, ma che riesce a viaggiare tanto. La prova è nelle sue opere. Quadri, tele, sculture ed oggetti che adottano un linguaggio chiaramente intriso delle immagini raccolte in un itinerario più vasto di quello limitato alle strade o ai binari percorsi dalle persone “comuni”.
Un viaggio dell’anima, fatto fino nel profondo delle sue viscere – al cuore della propria personalità. Un viaggio in cui sono confluite, nel corso degli anni, centinaia di persone provenienti da tutto il mondo. Uomini e donne attratti dalla sua arte, che si sono messi in moto – questa volta fisicamente – per conoscere Mario, per incontrarlo.
Mario si conosce. Mario si è imparato a conoscere. Mario sa che c’è tanto ancora da scoprire di sé. Ed ho come l’impressione che sia questa consapevolezza che lo spinge a continuare a cercare, a continuare a dipingere, a creare. Di continuare questo viaggio iniziato oltre venti anni fa, e che sembra non finire mai.
A conoscere Mario, non ti viene voglia di partire all’istante?